Fin dagli anni Cinquanta si fa notare in mostre studentesche e per la collaborazione a giornali e periodici locali.
Laureatosi in architettura nel 1961, come pittore è autodidatta, ma si distingue in concorsi e collettive sia per la visione originale che manifesta, sia per l’impegno esplicato nell’esprimerla.
Nel 1961 consegue ex aequo il primo premio in occasione della Mostra d’arte bresciana.
Inserito nel gruppo di giovani maggiormente attenti alle significative espressioni contemporanee, nel 1959 espone alla “Galleria Alberti”, nota per avere additato talenti locali: la critica lo recensisce con particolare favore. Da allora, pur operando attivamente, pur affermandosi in alcuni concorsi, ha allestito solamente quattro personali, scandite da lunghi periodi di silenzio. (1961 – 1962 - 1966 - 1976).
La sua pittura, partita dall’astratto, si è poi riproposta attraverso elementi accostabili all’espres-sionismo, a Bacon o alla Scuola milanese, fino a giungere ad un surrealismo in cui l’ironia si fa pungente, ma sempre misurata. Sopravviene a volte un tono malinconico, di rimpianto quasi.
Sia nel paesaggio, “sognato” forse dal desiderio, colpito dalla distruttiva strategia dell’uomo, sia nel ritratto, caratterizzato da acuta penetrazione psicologica, Fasser dà prova della accorata simpatia che nutre verso i motivi affrontati nei dipinti. La sua complessa problematico si congiunge in espressione emotiva e morale.
Ben più complessa e significativa di quanto possano manifestarla la nota delle mostre e i cenni critici, la personalità di Gigi Fasser. Lo ha rilevato compiutamente l’antologia “Gigi Fasser. l’ironia e il disincanto” ordinata in Palazzo Bonoris di via Tosio nel settembre 2004 e riflessa nel catalogo edito per l’occasione.
Accanto alle opere (acquarelli, pastelli, oli, grafiche) prodotte dal 1953 al 1999, disvelanti il frutto di una attività creativa assai intensa, specie negli anni Sessanta e Settanta, nella volontà di rompere con il conformismo e di aprirsi alle istanze della modernità, si colloca quanto Fasser ha prodotto nella veste di architetto, ideatore di chiese, cimiteri, edifici civili, restauratore del complesso museale di Santa Giulia, della sede della Associazione Artisti Bresciani di via Gramsci della quale ha rivitalizzato l’attività…
Varie testimonianze, dell’avv. Cesare Trebeschi, Paolo Corsini, Vasco Frati, Pino Mongiello, Carlo Pescatori… dicono non solo la passione di Fasser per la pittura, ma anche l’impegno profuso nella vita pubblica e nella crescita culturale della città. Ideali condivisi con amici e colleghi.
La riflessione pittorica e grafica è stata giocata tra impegno e disincanto, fino a penetrare figurativamente l’ambito familiare, la biblioteca, il terrazzo dal davanzale illeggiadrito dai fiori, la poltrona fatta icona… fino alla baita di montagna in Val Dorizzo.
Il suo tono agrodolce, con guizzi d’ironia, si coniuga a un senso di malinconia penetrante il suo “commento” inquieto per immagini di idee e di stili della vita civile contemporanea.