Gina Pane nasce a Biarritz nel 1939. Studia all’Académie des Beaux-Arts di Parigi e, dopo un iniziale approccio alla scultura, intraprende un percorso artistico dove il corpo viene messo in scena attraverso azioni di cui rimane traccia simbolica grazie alla documentazione fotografica, diventando in breve una delle più autorevoli rappresentanti della Body Art. Mediante lo studio della dimensione più dolorosa del suo corpo, Gina Pane si rivolge, dall’inizio degli anni Settanta, per lo più alle donne, riflettendo sulla loro condizione subalterna. Nel 1972 a Los Angeles mette in scena Il bianco non esiste ferendosi il viso con una lametta di fronte a un pubblico sconcertato. Tra le sue performance più significative va ricordata Azione Sentimentale al Centre Pompidou di Parigi: qui l’artista, vestita di bianco con un bouquet di rose rosse fra le mani, stacca ad una ad una le spine e se le conficca lungo le braccia lasciandosi macchiare dal sangue. Sangue che diventa parte integrante delle sue opere, da cui emerge la dimensione del martirio religioso, dell’arte come sacrificio e offerta. Ferirsi non è un atto di masochismo ma una modalità per condividere il proprio dolore. A partire dagli anni Ottanta Gina Pane smette di lavorare in modo diretto con il proprio corpo ma lascia un ricordo delle sue azioni attraverso le Partizioni, serie di oggetti, reliquie e ricordi delle performance compiute. Muore precocemente a Parigi nel 1990.
Da: Raffaella Perna, Romana Loda e l’arte delle donne, Galleria dell'Incisione - A Palazzo Gallery, Brescia 2020