Michel Fingesten

(Buckovitz 1884 - Cerisano 1943)

BIOGRAFIA

Michel Fingesten, pittore ed incisore, fu uno dei più importanti tra gli artisti internati nel campo di concentramento di Ferramonti.

Di padre austriaco e madre ebraica originaria di Trieste, nacque il 18 aprile 1884 a Butzkowitz. Il suo nome di battesimo doveva essere in realtà Michele Finkelstein perché con questo nome risulta registrato in un dispaccio del Ministero dell’Interno, mentre Fingesten doveva essere il suo nome d’arte. A sedici anni entrò nell’Accademia di Vienna dove studiò col futuro grande artista Oskar Kokoschka. Non accettando l’accademismo e il formalismo aulico dell’Accademia, la lasciò dopo soli due anni per partire in un lungo viaggio che lo vide raggiungere persino l’America.

Nel 1907 sbarcò a Palermo e viaggiò per tutta la penisola fino ad arrivare a Monaco, dove si fermò nello studio di Franz Von Stuck presso il quale fu avviato, come Paul Klee, allo studio della caricatura e alla grafica di piccolo formato. Giunto a Berlino, fu accolto entusiasticamente nei maggiori circoli letterari, divenne membro della “Nuova Secessione” ed iniziò, con imponenti cicli grafici ed acqueforti, a denunciare gli orrori della guerra. Le atrocità della barbarie degli uomini sono, in questo periodo e fino al 1925, raffigurate sempre con cinismo o ammorbidite da un sottile erotismo. Solo negli anni successivi Fingesten introdusse i suoi tipici grafismi macabri e spigolosi, particolarmente evidenti nella sua copiosa produzione di ex-libris.

Nella primavera del 1935 tornò nuovamente in Italia e si stabilì a Milano dove strinse collaborazioni con le principali gallerie d’arte dell’epoca. Moltissime furono le commissioni sia di grafica sia ad affresco. Per la casa di campagna di Mantero a Cernobbio, sul Lago di Como, affrescò l’intera parete del camino.

Nel 1940, a causa del credo ebraico, Fingesten fu internato, prima nel campo di Civitella del Tronto e poi in quello di Ferramonti di Tarsia. Durante gli anni di reclusione Fingesten non esaurì la sua vena artistica. Nelle lettere al figlio dichiara spesso di trovarsi bene ed amare il paesaggio bello e riposante della Calabria. Nel 1943 entrò in rapporto col parroco di Bisignano, Don Giuseppe Savaglia, che gli commissionò la realizzazione di un quadro su tavola raffigurante il martirio di San Bartolomeo, ancora oggi visibile nell’omonima chiesa.

Morì l’8 ottobre 1943 dopo la liberazione del campo da parte degli Alleati, a causa di un’infezione contratta a seguito di un’operazione chirurgica.

Opere

Una selezione di opere di Michel Fingesten disponibili in galleria.

Ex libris Emil W. Netter

Ex libris Fingesten

Ex libris Eug. Strens

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