Artslife, aprile 2019

«Care amiche vi scrivo… L’arte postale di Amelia Etlinger, a Brescia»

Se è vero che parlare di arte contemporanea vuol dire parlare anche di noi e del nostro presente, parlare di “mail art” significa fare un tuffo in un passato storico pre-digitale, quando ancora ci si scriveva lettere di carta e le si andava a imbucare a mano.

È il caso di Amelia Etlinger (1935-1987), poetessa visiva americana che negli anni Settanta ha trovato nella corrispondenza postale il mezzo più adatto per esprimere un’arte intimista e personale, fatta di piccoli collage preparati con cura e spediti ad amiche affezionate.

La Galleria dell’Incisione di Brescia le dedica la mostra Hello Amelia! (please do not bend), visitabile fino al 27 maggio, rendendo omaggio alla sua attività e a quella di altre artiste che hanno abbracciato questa singolare forma d’arte. Sono infatti le donne le vere protagoniste dell’esposizione.

Non solo Etlinger, ma anche le amiche Betty Danon e Mirella Bentivoglio, destinatarie privilegiate delle sue missive, nonché a loro volta sperimentatrici di una forma di poesia visuale dai contorni evanescenti, nella quale parola e immagine si intrecciano come i fili di un ricamo o di un ordito. Ed è proprio Bentivoglio ad avere dato visibilità alle colleghe con la mostra Materializzazione del linguaggio, da lei curata alla Biennale di Venezia del 1978 e dedicata specificamente al rapporto delle donne con l’alfabeto.

L’essenza dell’opera di Etlinger si può trovare nelle lettere esposte a Brescia, accompagnate dalle buste di imballaggio originali con scritto sopra “please do not bend” (per favore non piegare). Una raccomandazione non casuale se si considera la fragilità del contenuto. Quelli che l’artista inviava non erano semplici biglietti o cartoline, ma delicatissimi manufatti da scartare con attenzione. Nastri, tessuti, scampoli di seta e fiori secchi costituiscono l’involucro dentro il quale è avvolta la lettera, che da comunicazione scritta di notizie o pensieri diventa l’oggetto stesso del messaggio. Una poesia spedita ad un’amica assume così il valore di una piccola opera d’arte da guardare, toccare, aprire e infine leggere, che rivive nella totalità di queste azioni ogni volta che il destinatario decida di riaprirla e di riappropriarsene.

Un ruolo chiave nel processo creativo dell’autrice è rappresentato dagli affetti femminili. Scrivere ad amiche lontane con cui condivideva interessi comuni le offriva la possibilità di evadere dal reale e alleviare temporaneamente i propri disagi. Nonostante l’epilogo tragico della sua vicenda (Amelia Etlinger muore suicida nel 1987), resta intatta nel suo lavoro la forza dell’amicizia e della solidarietà tra donne. Betty Danon, in particolare, aveva immaginato per entrambe un luogo fantastico, “Rainbowland”, nel quale sognare un’esistenza più serena e felice. L’arcobaleno e il colore sono quindi ulteriori motivi iconografici di una corrispondenza privata, nella quale però ognuno può riconoscere la bellezza dello scambio e il piacere della condivisione.

Artslife, aprile 2019

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