Il Giornale dell'Arte, maggio-giugno 2014

«Chiara Fasser: 6 mostre l'anno per 42 anni»

Alla Galleria dell’Incisione (www.incisione.com) di Chiara Fasser (nella foto in alto a destra) è naturale associare tre elementi: il peculiare percorso espositivo, avviato nel 1972 con una mostra di grafica surrealista e simbolista, il villino in cui ha sede e la competenza della titolare. Sarebbe impossibile dare conto delle mostre, circa sei all’anno per 42 anni: Dix, Grosz, Schlichter, Alberto Martini, Savinio, Melotti, Carol Rama, i maestri dell’incisione antica e giapponese e ancora Aillaud, Velly, Folon, Fanelli; la fotografia di Scianna, Erwitt, Sammallahti. Non corre dietro alle mode, Chiara Fasser, ma va alla riscoperta di autori dimenticati, come Duilio Cambellotti, nel 2007, e Felice Tosalli nel 2013. Il suo gusto si è formato attraverso la frequentazione di Emilio Bertonati e della sua Galleria del Levante. L’attività della Fasser, perennemente alla ricerca in Italia e all’estero di opere rare, si è sempre caratterizzata per scelte in controtendenza: con il desiderio di traghettare la memoria di certe espressioni artistiche di un secolo fa nella contemporaneità, con l’attenzione speciale da lei riservata alla grafica di qualità e alla fotografia, con la fiducia accordata a giovani artisti (i conterranei Bergomi, Saiani, Scarpella) e la costante attenzione per figure ingiustamente oscurate. Chiara Fasser è sempre alla ricerca, in Italia e all’estero, di opere rare. Dopo la mostra in corso di Alberto Savinio, la Galleria dell’Incisione propone, dal 22 maggio al 20 luglio, venti sculture di piccolo e medio formato di Arturo Martini, il grande scultore che la recente mostra di Bologna e di Faenza ha riportato alla ribalta. Datate tra il 1925 e il 1935, realizzate nei vari materiali adottati da Martini, le opere in mostra rivelano la felicità creativa di quegli anni: citiamo in particolare l’«Incontro di San Marco e San Giusto», verso i due corpi in cammino l’uno con l’altro, mentre si guardano negli occhi e già si stringono le mani (nella foto qui a fianco).

Il Giornale dell'Arte, maggio-giugno 2014

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