14 Marzo 2003
di Chiara Padova Fasser
“La vera avanguardia è sapere unire passato e futuro, impedendo che il presente venga travolto e dimenticato.”
Questa frase, scritta da Alessandra Ottieri in margine alla presentazione di un catalogo per una mostra romana di Diego Saiani nel 1994, dà forse la chiave più giusta per capire la pittura di Saiani.
Molti dei critici più illuminati hanno analizzato la sua poetica, evidenziando come la necessità della sua ricerca sia spesso intrecciata al dialogo col passato. Nei lavori di Saiani l’incanto dei primi disegni a china degli anni Settanta si è declinato nel tempo in forme e racconti nuovi, si è arricchito di colori e di contenuti diversi mantenendo una grazia essenziale e difficile e una qualità coerente che non si è mai lasciata andare alle lusinghe delle mode.
Per questo mi sembra che la storia pittorica di Diego sia una delle più autentiche e felici di questa incerta contemporaneità.
Dopo le mostre del '75, '77, '80, '88, '93 e 2000 in questa questa nuova mostra presento una sintesi del suo lavoro attraverso una selezione di opere dagli anni Ottanta, un gruppo di opere recenti e qualche poesia, nuovo mezzo con cui l’artista ci comunica le memorie e l’energia del suo mondo.
Chiara Padova Fasser, 2003