1 Novembre 1983
di Chiara Padova Fasser
Dopo la mostra che ha illustrato l'attività di Emilio Bertonati gallerista presento la sua opera grafica: una serie di acquarelli, chine ed incisioni degli anni della sua produzione artistica (1952-1966).
La propensione per il linguaggio figurativo è già in Bertonati ragazzo e la prima conferma di una qualità emergente è in quei "Fiori di cardo" del 1952 che gli vale il primo premio in una rassegna giovanile.
Negli anni universitari la vocazione artistica prende corpo e il mezzo espressivo più usato è quello incisorio che Bertonati padroneggia con sapienza (è stato allievo di Giuseppe Viviani a Firenze) e che sperimenta in tutte le sue forme: acquaforte, puntasecca, xilografia e litografia. Sono di questo periodo anche gli acquarelli e le chine più strettamente legati al linguaggio architettonico (serie delle città) mentre altri fogli, influenzati da richiami scientifici o letterari, (serie "Meditazioni su un eclisse", acqueforti per "La ballata di un vecchio marinaio" di Coleridge) hanno accenti più surreali e fantastici.
Di un secondo periodo (1961-66) fanno parte lavori che, attraverso il recupero di un realismo naturalistico (paesaggi liguri, serie delle cave, ragazza in giardino) giungono ad immagini ricche di echi, Jugendstil (e non è casuale che molti siano ritratti di artisti tedeschi, in particolare di Max Klinger).
Questa ricerca che affronta temi e forme appartenenti ad uno specifico clima culturale si svolge parallela all'applicazione ed all'approfondimento critico che Bertonati va operando in quegli anni in un settore della storia dell'arte mitteleuropea (a cavallo tra 800 e 900) ancora poco noto in Italia. L'attenzione, rivolta prima all'area francese e poi a quella tedesca, si trasforma in motivo di lavoro con l'apertura nel 1962 della Galleria del Levante.
Per qualche anno le due attività, quella dell'artista e quella del gallerista, si svolgono contemporanee, poi la seconda ha il sopravvento sulla prima che si conclude nel 66 nonostante il successo ottenuto nella mostra organizzata dall'Istituto di Storia dell'Arte di Pisa.
Del livello con cui Bertonati sviluppa il suo mestiere di gallerista si è già parlato; sul suo lavoro d'artista mi sembra di poter affermare che questa sua esperienza diretta, maturata in proprio nello stesso campo che sarà poi il terreno di indagine del suo lavoro, oltre che un'indubbia testimonianza di qualità e talento, abbia costituito la condizione necessaria a indirizzare la chiarezza delle sue scelte future.
C. P. F.
Il testo è pubblicato in Emilio Bertonati. Oli, tecniche miste e incisioni, catalogo della mostra, Galleria dell'Incisione, Brescia 1983