22 novembre 1975
di Floriano de Santis
E innegabile che la divulgazione della cultura artistica abbia assunto, in questi ultimi anni, proporzioni senza precedenti, a tutti i livelli: dalle rassegne di ogni sorta alla letteratura specialistica, alla editoria e polare. Eppure, nonostante ciò, dei compartimenti stagni, ostinatamente chiusi, possono ancora precludere la conoscenza di certi fatti, di primario interesse. Né la cosa riesce, poi, tanto paradossale quanto si potrebbe credere; almeno agli occhi di chi conosce le «regole» dei rapporti tra mercato d'arte, mostre pubbliche e private ed editoria.
Questa messa in guardia contro incauti ottimismi cade a proposito, in occasione di due mostre retrospettive dell'opera grafica di Rudolf Schlichter (morto a Monaco di Baviera nel 1955) presentato in questi giorni a Brescia dalle gallerie «Schreiber» (via Gramsci, 8) e dell'«Incisione» (corso Matteotti, 54). Si tratta di acquarelli, di disegni a china o a matita, di incisioni all'acquaforte, di litografie provenienti dalla galleria del Levante di Milano, che per prima ha fatto conoscere il pittore in Italia. Ecco il caso di un protagonista dell'arte contemporanea tedesca, di cui il nostro pubblico sa, in fondo, ben poco.
Benché non sia un artista della statura di Dix, di Schad e di Grosz, il «nostro» va però accostato ad essi per il clima storico-culturale in cui si è formato e per la destinazione della sua arte. Anzi, e proprio dall'immediato confronto con questi maestri della Neue Sachlichkeit che il carattere profondamente originale della sua personalità assume maggior spicco. L'indagine sull'anatomia e sulla psicologia del «tipo umano» di Schlichter non è certo, meno vigorosa e mordente di quella dei Dix o dei Grosz, ma ha un'impronta tutta diversa. In effetti la sua presa diretta sui caratteri e sul costume della classe dirigente e sul ceto medio della Germania tra le due guerre mondiali non avviene tramite la invettiva antiborghese e antimilitarista, bensì tramite la libido e il démone della contraddizione, del feticismo, che sono al centro del suo pensiero e nel vivo della sua sensibilità.
Egli nacque a Calw, nel Württenberg, nel 1890 «famiglia poverissima». Frequentò la Scuola di Arti Applicate a Stoccarda e in seguito l'Accademia di Belle Arti di Karlsruhe. Nel 1910 si trasferì a Berlino e aderì al «Novembergruppe», dove si ritrovarono quasi tutti gli artisti tedeschi con molte illusioni umanitarie e riformistiche [...]
Giornale di Brescia, 22 novembre 1975