Corriere della Sera, 15 ottobre 2013
di Alessandra Troncana
Avesse avuto un grande prato, diceva, Bruno Munari ci avrebbe messo un suo Rotifero. Algido. Grandissimo. Alto almeno 11 metri. Era uno degli insetti di Andrea Forges Davanzati che il creativo per antonomasia prediligeva. L’acciaio inossidabile piegato, manipolato, plasmato, ridotto all’essenziale fino a diventare un lepidottero, una formica, un tricottero o minuscole creature marine. All’artista milanese la galleria dell’Incisione (via Bezzecca) dedica un’esposizione, «Acquacciaio», allestita fino al 10 novembre. Le forme leggerissime che Forges Davanzati trae dai tondini sono accostate a incisioni nipponiche del XIX secolo. Un’antinomia apparente. Fil rouge dei due codici artistici, lo dice il titolo, è l’acqua. Le onde marine che si frantumano sulle stampe giapponesi, le solennità mondane, i tramonti e i pescatori di Hiroshige e Toyohara, e le larve dello scultore, tanto precise da sembrare segni grafici, non sono poi tanto diversi. Più che insetti, quelli di Forges Davanzati sono archetipi, creature ontologiche sospese nello spazio. Calligrafie in acciaio.
Alessandra Troncana, Corriere della Sera (Brescia), 15 ottobre 2013