Corriere della Sera, 29 settembre 2017
di Alessandra Troncana
L’uomo che ha trasformato il giuramento di fedeltà alla realtà in un fatto modernissimo, tessuto di silenzio, sospensioni e materia tormentata, pensa a se stesso come a un erede di Caravaggio, ma non è un maudit.
Quando dipinge nel suo studio con i fiori di garofano nel bicchiere e i poster dell’uomo vitruviano alle pareti, il cronista lirico del mondo Antonio López García non esce mai dalla cornice: per lui la pittura è qualcosa di lento, estenuante, che lambisce una perfezione inquieta e insoddisfatta. Nei secchi di vernice del pittore del silenzio hanno intinto la poetica dell’adesione al reale quattro pittori e uno scultore: Pedro Quesada lo ha seguito come un’ombra nel suo atelier per una decina di anni, e ha lavorato con lui molte volte. Jorge Abbad con López García ha dipinto ritratti e vedute di Madrid. Alessandro Taiana, reduce da vernici spagnole, suo fratello Riccardo e Carlos Madrigal hanno seguito le lezioni del «padre della Realidad». Gli interni spogli, disadorni, le teste di bambina e le visioni raggelate dei cinque artisti sono in mostra alla Galleria dell’Incisione: la vernice di «Paesaggi e figure del reale» è in programma sabato, alle 18 (sarà aperta fino al 19 novembre). Tele, sculture e disegni eseguiti in studio o en plein air senza sentimentalismi, in cui la verità del mondo si contamina con quella interiore: «La sottomissione del soggetto alla mimesis — scrive la curatrice Annamaria Chiara Donini nel catalogo — è completa; la figura, gli oggetti del quotidiano, il paesaggio non antropizzato o quello violato e devastato dall’uomo, sono fissati in una materia soggetta al più rigoroso dettato formale».
Alessandra Troncana, Corriere della Sera (Brescia), 29 settembre 2017