14 Dicembre 1995
di Chiara Padova Fasser
La ricorrenza della centesima mostra mi dà l'occasione per una sintesi dell'attività della galleria.
Nata nel novembre del 1972 (in un periodo in cui a Brescia esistono sì una quarantina di gallerie ma nessuna è specializzata in grafica) come filiale dell'omonima galleria di Milano diretta da Elio Palmisano, "L'Incisione" si è mossa organizzando principalmente mostre di incisioni e disegni europei dell'inizio del secolo, con una predilezione per l'area austriaca, cecoslovacca e tedesca.
Parallelamente a questo settore ha proposto autori contemporanei, alcuni dei quali già noti, altri "scoperti", e ne ha generalmente seguito e riproposto lo svolgersi del lavoro.
Il primo anno di attività è esemplificativo della linea e della frequenza espositiva: Oskar Kokoschka, Max Klinger, Otto Dix, Avanguardia Ungherese, George Grosz e, contemporanei, Gianfranco Ferroni e Zivko Djak.
La mostra sull'avanguardia ungherese è la prima organizzata in collaborazione con la Galleria del Levante di Milano diretta da Emilio Bertonati. Dall'incontro con questo gallerista illuminato nascono molte delle mostre che seguiranno, alcune delle quali inedite per la città e di importanza internazionale.
Rudolf Schlichter nel '75, Christoff Voll e Maestri del Simbolismo nel '76, Ludwig Meidner e Aspetti della Nuova Oggettività nel '77, Genova fra simbolismo e futurismo nel '79, Alberto Martini e Aspetti della Secessione di Dresda nell'80.
Un'altra collaborazione feconda è quella con la galleria bolognese Studio Novecento, iniziata nel '79 con la mostra "Grafica a Vienna 1900 - 1920" e continuata con rassegne sulla xilografia italiana negli anni Venti e altre raccolte di grafica europea a cavallo tra Otto e Novecento.
Nel 1979 la galleria si stacca dalla milanese perché Palmisano cambia attività.
Nel 1981 muore Emilio Bertonati e due anni dopo, grazie all'intelligente disponibilità del fratello, è possibile realizzare a Brescia due mostre di sintesi e omaggio al suo lavoro di gallerista e di artista.
Un terzo settore che la Galleria dell'Incisione ha toccato è quello dell'arte di nazioni extraeuropee organizzando nel '75 una raccolta di bronzi e miniature indiane, due di arte africana(1982-1984) e soprattutto di arte giapponese(1981-1982-1985-1988-1993-1994-1995-1999)tra queste la prima in Italia di surimono.
Dei contemporanei che hanno esposto all'Incisione citerò quelli che la galleria ha tenuto a battesimo: Giuseppe Bergomi, Diego Saiani, Giorgio Tonelli e il gruppo costituito nel '79 da Bartolini, Ferroni, Luino, Luporini, Mannocci e Tonelli, Giuseppe Gallizioli, che è l'artista che ha avuto il maggior numero di mostre, e il "caso" pittorico Agostino Goldani.
Per la centesima mostra ho scelto di esporre le opere di Richard Müller non solo per la sua straordinaria qualità incisoria ma anche perché il lavoro di questo artista cecoslovacco si svolge tra simbolismo e Nuova Oggettività (fu infatti discepolo di Klinger e maestro di Dix e di Grosz a Dresda) e ben rappresenta la linea più assiduamente percorsa dalla galleria in questi tredici anni di attività.
Chiara Padova Fasser, 1985