Corriere della Sera, 2 aprile 2017
di Tino Bino
Beppe Gallizioli guarda da anni il mare intenso della costa triestina e istriana e croata, vicino a Martinscica, un paesaggio dell'anima caro anche a Claudio Magris. E ne trae emozioni che trasforma in acquerelli di piccolo formato, in chine magiche di infiniti raschiamenti. E come il mare, Gallizioli non muta la sua natura, che resta salda come il talento di origine, anche se il tempo è passato, e lui ha superato gli ottanta. Sentimenti: la passione per i rapporti umani, le stagioni civili. Indifferenza: a niente. L'estasi: solo davanti alla tavolozza, ai colori dell'anima, il bianco, il blu violetto, il vermiglio francese, il verde bluastro, il siena naturale. Quello è il suo mondo. Lui non lo ha mai tradito e quel mondo non ha mai tradito lui. È uno dei decani della pittura bresciana, ha conosciuto tutti i protagonisti dell'arte e della cultura, dal 1961. è consigliere dell'associazione artisti bresciani. Da trent'anni insegna l'acquarello a studenti e dilettanti che sperano di emularne il sentimento della natura profondo e rigoroso che definisce la maturità di Gallizioli. E che in questi giorni potete ammirare, con sentimento, nella sale intime e fascinose della galleria di Chiara Fasser, in via Bezzecca.
Tino Bino, Corriere della Sera (Brescia), 2 aprile 2017