I genitori possono trasmettere ai figli un mestiere oppure orientarli verso un interesse; una condizione che si verifica, naturalmente, anche nel mondo delle arti figurative.
Con la mostra Di padre in figlio, la Galleria dell’Incisione offre l’occasione per indagare le radicali differenze e/o le eventuali (e comprensibili) assonanze fra i linguaggi e le visioni di artisti legati da vincoli strettissimi, quali sono quelli familiari.
Cinquanta opere di pittura e scultura di padri, figli, fratelli d’arte che costruiscono un percorso ideale, complesso e affascinante, che parte dagli inizi del XX secolo e ci conduce al contemporaneo.
“Tale il padre, tale il figlio” dice la massima latina, che tuttavia raramente coglie la verità delle umane esperienze: la mostra, nel coraggioso vis-à-vis delle opere, fa infatti emergere punti di contatto, affinità e reciproche influenze, ma anche diversità tenacemente volute e perseguite, nella vita e nella produzione di pittori e scultori. Anche nel lavoro artistico, infatti, essere “figli di” può risultare una condizione facilitante, una scelta naturale di indirizzo nella propria vita, oppure una non semplice tensione ad affermare la propria autonomia, anche in opposizione all’esperienza dei genitori.
Robert e Jessica Carroll, Felice e Francesco Casorati, Gigi e Mauro Chessa, Arturo e Romano Dazzi, Omar con Massimiliano e Michelangelo Galliani, Philippe e Quentin Garel, Alberto e Ruggero Savinio, Attilio e Sergio Selva, Giancarlo Vitali e Velasco sono i protagonisti della mostra allestita all’Incisione: alcuni di loro sono nomi noti nel panorama espositivo della galleria, altri sono acquisizioni recenti.