La mostra allestita presso la Galleria dell’Incisione desidera essere un omaggio a Francesco Casorati, artista-pittore nato a Torino nel 1934.
A tre anni dalla sua scomparsa si è voluto ricordarlo con una rassegna di opere scelte che evidenziano come nel lungo suo percorso artistico la ricerca si sia prevalentemente concentrata sui meccanismi che presiedono la costruzione architettonica della composizione e su dinamiche rappresentative atipiche e originali.
Le figure che animano il mondo di Francesco Casorati, oggetti-forme di un repertorio nato già embrionalmente nei primi Anni 50 (gabbie uccelli spaventapasseri, cavallucci, teatrini, mari pesci porti navi, cieli nuvole lune eclissi, alberi, paesi e città) non riproducono l’oggetto reale, non sono privi d’identità figurativa e tantomeno offrono modelli archetipici provenienti — come si è spesso scritto — da un altrove infantile, ma sono immagini-schema, fra astrazione e rappresentazione, struttura cerebrale e piacere affabulatorio, che trovano compiutezza solo attraverso il contributo costruttivo dell’osservatore.
I lavori esposti – realizzati con acquarello, tempera e olio – testimoniano come l’opera di Casorati non possa essere ricondotta a un mondo di piacevolezze disincantate, confinata entro un immaginario fiabesco, ma debba suggerire, come recita il titolo della mostra “Non si dicano favole!”, narrazioni complesse che evocano sempre e comunque percorsi di sola Pittura.
In mostra sono presenti alcune foto scattate da Enzo Obiso dei luoghi e degli oggetti di Francesco pittore e incisore nella casa di via Mazzini, dove, sin da bambino, seguendo l’esempio del padre Felice e della madre Daphne Maugham, aveva iniziato a dipingere e “ad amare la pittura più d’ogni altra cosa”.
Nel corso della mostra sarà presentato un portfolio con testo di Guido Costa e altre foto di Obiso dedicate all’artista.