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Dal 3 dicembre 1977

Gioielli. Claudia Felske su disegni di Giuseppe Gallizioli

Facile capire come Claudia, nella Firenze che derivò l’artigianato da eccesso di pratica artistica (e viceversa), possa modellare in lamine d'argento e in completa assonanza con la matita delle misteriose storie gallizioliane.

Claudia Felske è nata ad Ahlen, vive e lavora ad Ahlen e Firenze. Giuseppe Gallizioli è nato a Brescia dove vive e lavora.

In quale trattato di antropologia era la chiara spiegazione del mutarsi della selce, scheggiata ad arma in prezioso ornamento, archeologico monile, protostorico gioiello? O forse erano versi di anonimo, pagano poeta? Al collo, al seno, alla caviglia (coordinato reticolo sessuale per ogni esorcizzazione fisica e metafisica) pietre e metalli compressi, fusi, tagliati, martellati e piegati a piccola sintesi, a gioia, a tesoretto, Noi cerchiamo (prima e dopo Cristo, pre e post l’ellenismo) il gioiello che allude: non copertura, non bardatura, non dichiarazione, Gli ornamenti garbati e vivi che stavano sulla pelle delle donne cretesi o cloriche o sarmate o scite o andine o celtiche; i gioielli che suggeriscono e non declamano, come a dire il vestirò e il muoversi, non il costruire e il proclamare.
Prevedibile che sarebbe accaduto ad un trifolatore di sottoboschi costalunghini (divenuto con il sole dalmata e le brume mitteleuropee disarmato cacciatore di gabbiani e di nordici angeli), sarebbe ed è accaduto, che provasse con le sue lievissime, ultime matite (le ali e i voli, i sogni e le onde) a guidare seghette e bulini di questa dolce orafa tedesca con occhi umbri.
Facile capire come Claudia (forse di carne sarmato-celtica, “Wandervögelvolk" senza cavalli), nella Firenze che derivò l’artigianato da eccesso di pratica artistica (e viceversa), possa modellare in lamine d'argento e in completa assonanza con la matita delle misteriose storie gallizioliane, i maliardi inganni che volano sulle ali di angeli fattisi serpenti per diventare dèmoni: storie da libri eterni, di saghe eterne, di linea rossa e nera. Forse i versi che ci avrebbero spiegato il mistero delle selci scheggiate che diventano gioielli e la primitiva comunicazione che allude (e non declama a “decibel" di carati, di once, di grani), appartengono a quella giovinezza, senza data, del mondo, Perché ostruire, con l’infida razionalità d’oggi, il flusso di queste lontanissime evocazioni?

— Roberto Fruner

Una selezione di opere in mostra
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