La mostra è un omaggio ad uno dei più grandi eredi della tradizione grafica tedesca ed è la prima in Italia dedicata a Horst Janssen (Amburgo, 1929-1995) dopo la sua morte.
Della vastissima produzione grafica dell'artista sono presentate una trentina di incisioni tra le più significative (fra cui fogli eccezionali come le acquaforti del 1958 "Don Chisciotte" e "Volpe con volpe") e una scelta di acquarelli e disegni di periodi diversi.
Nato ad Amburgo nel ‘29, allievo di Alfred Mahlau, Janssen ha esposto in tutto il mondo e ha vinto il primo premio per la grafica alla Biennale di Venezia nel ‘68. L'interesse di Janssen per la letteratura e la musica influenza profondamente il suo lavoro, e numerosi sono i ritratti di letterati e musicisti. Sue opere si trovano nei più grandi musei internazionali.
Nella prefazione al catalogo della mostra del '75 alla Promotrice delle Belle Arti di Torino Luigi Carluccio scriveva:
"Degli artisti della sua generazione in Germania Janssen è certamente il più singolare. Legato come un Ulisside all'albero maestro della tradizione figurativa del suo paese, Janssen si esprime con un linguaggio che ha valori universali. Il suo disegno sfugge ad ogni ricognizione pedante, lascia sempre scoperto un margine di conoscenza, suggerisce sempre che c'è spazio per fare ancora un passo avanti; avanti verso altre soglie non ancora identificate. Il disegno di Janssen è infatti una materia che deflagra, che esplode e si proietta oltre i margini reali dei frutti, dei fiori, degli alberi, degli orizzonti, delle figure animali, attorno alle quali il bianco e il nero si aggrumano, coagulano come il sangue ai margini delle lacerazioni. La mano violenta, la lama, restano fuori. Si può immaginare quasi sempre che la violenza e la lama siano amore."
La mostra è organizzata in collaborazione con la galleria Brockstedt di Amburgo ed è accompagnata da uno scritto di Gianfranco Bruno.