Il sogno, inteso come tutto ciò che trascende la realtà, è da sempre rifugio all'espressione artistica, via d'accesso alla parte segreta dell'uomo, e diventa terreno fecondo per quegli artisti che, svincolati dai canoni iconografici consueti, si avventurano nel mondo interiore e fantastico. La mostra raccoglie una serie di disegni e di incisioni di autori europei del XIX e XX secolo che nella rappresentazione onirica hanno trovato un mezzo ideale di racconto. Il passaggio tra i due secoli è segnato dalle secessioni, e il rinnovamento si esprime anche attraverso la maggior libertà dell'immagine, che per "scrivere il sogno" può affidarsi alle visioni, al simbolo e al mito. Il mito che attinge al mondo classico, popolato di streghe, animali fantastici e umani zoomorfi, diviene spesso fonte di ispirazione e si mescola alla rappresentazione oggettiva. Il grande anticipatore di questa tendenza è Goya, di cui sono esposti alcuni fogli dai "Capricci" e dai "Proverbi". La parte più consistente della rassegna è costituita da opere di Bayros, Geiger, Greiner, Klinger, Jettmar, Konupek, Müller e Schwimbeck, già presentati in passato in mostre monografiche. A testimonianza della continuità di questo mondo visionario e della sua importante influenza sull'arte contemporanea, è esposta una piccola selezione di opere di artisti più recenti, come Ernst, Velly, Toyen e Zander.