La mostra è composta da una serie di xilografie di autori giapponesi del XIX secolo, accomunate dal tema dei demoni e dei fantasmi.
Sono esposte in prevalenza opere di Yoshitoshi Tsukioka (1839-1892), considerato il più originale xilografo giapponese del tardo '800, e in particolare una selezione dalla sua ultima serie di incisioni, intitolata Nuove forme di 36 fantasmi, in cui l'autore rappresenta le storie di demoni e fantasmi che più l'hanno affascinato. Il termine "fantasmi" che compare nel titolo della serie è molto generale. La parola giapponese, kai, significa anche "strano", "mostruoso", "bizzarro", e i soggetti hanno in comune il solo fatto di basarsi tutti sulla tradizione giapponese e di contenere elementi soprannaturali. Yoshitoshi attinge a fonti eclettiche, dalle leggende Heian al teatro recente. Anziché disegnare scene esplicite di eventi sanguinosi, che gli portarono la notorietà nei primi anni 1860, Yoshitoshi preferisce ora mostrare i momenti che precedono o seguono l'atto violento. La tensione implicita è così comunicata più indirettamente.
Molti dei soggetti delle xilografie sono tratti da rappresentazioni del teatro nō e del kabuki. Altro materiale è fornito da racconti in cui animali soprannaturali assumono sembianze umane per ricompensare uomini benevoli nei loro confronti, dalle storie delle faide fra i clan, o ancora dai racconti di eroi che sconfiggono demoni più o meno temibili.
A completare la rassegna di xilografie è esposta una piccola collezione di netsuke con lo stesso tema.