ArtsLife, 24 dicembre 2019
di Maria Allegri
Fino al 22 gennaio 2020 sarà esposta alla Galleria dell’Incisione di Brescia una mostra dedicata al grande fotografo paesaggista Michael Kenna. Gli scatti rappresentano uno studio delle forme umane attraverso nudi femminili in dialogo con il paesaggio di una delle mete preferite dell’artista: il Giappone.
“Rafu” (裸婦), titolo della mostra e termine che significa “nudo di donna” in giapponese, è il tema centrale di questa esposizione ed è stato, per oltre dieci anni, un elemento importante nella ricerca dell’artista rivolta ai magici paesaggi del Giappone.
Le donne immortalate sono attrici, ballerine, impiegate, fotografe e praticanti di yoga che non erano mai state fotografate o che non lo erano state per molto tempo. Esse hanno acconsentito ad essere riprese grazie alla loro voglia di esprimersi e alla fiducia nel fotografo, che si stava approcciando per la prima vota a questo genere.In mostra è presente anche una selezione di fotografie recentemente pubblicate in Des Oiseaux che condividono con la serie principale lo stesso clima psicologico e la stessa luce caratterizzante lo stile di Kenna.
La fotografia di Kenna può essere definita come una rivelazione emotiva, lui non intende imitare ma vuole trasmettere, stupire. Le sue fotografie si caratterizzano per il costante uso del bianco e nero e di un forte contrasto ottenuto da lunghissimi tempi di esposizione, anche di 10 ore.
Il fotografo predilige fotografare in condizioni di luce scarsa, di notte, all’alba o in giornate buie, piovose o innevate, evitando che le giornate limpide e luminose tolgano spazio all’immaginazione e, inoltre, l’assenza del colore contribuisce alla creazione di un’atmosfera misteriosa, eterea e senza tempo.
Nel silenzio delle opere di Kenna si ritrova un senso di calma, solitudine e tranquillità che difficilmente si prova nel mondo reale. L’assenza di elementi di disturbo che cerca conferisce un senso di armonia ed equilibrio che si ritrova anche nella scelta del formato quadrato della stampa, usato nella maggior parte delle opere e che richiede un bilanciamento rigoroso degli elementi e al contempo gli permette maggior flessibilità nello scatto.
Nella serie in mostra le figure femminili prendono posto come protagoniste in una ricerca che fino ad allora si era concentrata sul paesaggio. Raramente Kenna inseriva figure umane nei suoi scatti per evitare che queste distogliessero l’attenzione dal paesaggio ma integrava nella scena solo le tracce del passaggio dell’uomo, le sue “impronte”, come le piramidi, le statue dell’Isola di Pasqua, i Gargoyles, a donare un senso d’immortalità al luogo. Queste protagoniste femminili possono essere, quindi, l’inizio di una ricerca sulle forme umane destinata a continuare in futuro.