Vaccari News, 13 maggio 2019
Vissuta tra il 1935 ed il 1987, Amelia Etlinger è protagonista della mostra accolta a Brescia presso la Galleria dell’incisione. Al centro, i lavori postali che la riguardano
Dai pacchetti elaborati alle buste decorate, la scelta è varia. Protagonista risulta la statunitense Amelia Etlinger: vissuta tra il 1935 ed il 1987, si specializzò nella poesia visiva. Le opere postali accolte fino al 27 maggio la riguardano come mittente o destinataria; il riferimento è presso la Galleria dell’incisione a Brescia, città non nuova al genere.
L’artefice comincia ad esporre in Italia nel 1974 e quattro anni dopo raggiunge la Biennale di Venezia. Si fa notare per i “tapestry-poems”, cioè lenzuoli o arazzi con poemi, di scrittura cucita, realizzati attraverso una sorta di calligrafia corsiva costituita da fili, nodi, merletti. Molta parte della sua produzione, però, consiste in epistole ricamate o diversamente imballate inviate alle amiche.
In mostra vi sono ad esempio le lettere spedite a Betty Danon e Mirella Bentivoglio. Rare -spiegano dalla sede- le parole che le accompagnano ma sempre, sulla busta, figura lo scritto “do not bend”, ovvero “non piegare”. Serve a salvaguardare i fragili materiali scelti, ma al tempo stesso diventa un singolare segno linguistico. Non a caso, il percorso s’intitola “Hello Amelia! (please do not bend)”.
Tale corrispondenza -annota Daniela Ferrari in “M/a\g/m\a”- “era una vera e propria opera d’arte, composta di leggere e fragilissime sculture mobili in forma di lettere da scartare come pacchetti regalo, a volte formati da molteplici strati sovrapposti. Amelia componeva le lettere intrecciandole con fibre colorate, filamenti vegetali, fiori ormai rinsecchiti, nastri, stoffe, trine leggere, decori e merletti o ancora brani tratti da altre missive”.
Il punto dove scoprire tali produzioni si trova in via Bezzecca 4 ed è aperto gratuitamente tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 17 alle 20.